Dichiarazione dei redditi, se non paghi rischi l’arresto: ecco perché
Tempo di dichiarazione dei redditi: le sorprese son sempre dietro l’angolo. Ecco ciò che devi sapere per non trovarti impreparato.
E’ iniziato il periodo dell’anno in cui tutti i lavoratori devono dichiarare i redditi dell’anno 2023. Fino al mese di settembre, sarà possibile recarsi presso un commercialista o un Caf per poter procedere con la documentazione. I più esperti però preferiscono fare tutto da soli, compilando il modello 730 in completa autonomia tramite il sito dell’Agenzia delle Entrate.
Si tratta di una pratica necessaria, atta a registrare i redditi dell’impiego dell’anno precedente. Anche se l’Italia detiene il triste primato di Paese con la più alta percentuale di evasori fiscali, alcune categorie di lavoratori rimangono oneste, e si impegnano ogni anno a compilare il modello della dichiarazione.
Tutti i dipendenti sono costretti però a confrontarsi con tempistiche abbastanza lunghe, ma i pensionati si trovano in una situazione ben peggiore. Adesso questi ultimi si trovano ad aspettare molto più tempo rispetto prima, quando tutti ricevevano il modello 730 nello stesso momento.
Sembra che coloro che hanno smesso di lavorare siano destinati ad affrontare diversi problemi burocratici. Quindi cosa accade a coloro che fanno parte di questa categoria? Andiamo a capire meglio cosa è stato cambiate negli ultimi tempi.
Cosa prevede il cambiamento
Fino a qualche tempo fa, i pensionati erano tenuti ad attendere gli stessi tempi dei lavoratori (ovvero un mese) prima di poter ottenere l’eventuale rimborso. Adesso invece la situazione è cambiata: viene preso come riferimento la data in cui viene compilata ed inviata la dichiarazione dei redditi tramite il modello precompilato 730.
Le nuove tempistiche sono definite dall’articolo 16-bis del decreto Fiscale n. 124/2019, che stabilisce in data 31 maggio la prima scadenza da tenere in considerazione. In questo caso, tutti i datori di lavoro riceveranno i prospetti di liquidazione delle rispettive dichiarazioni dei redditi entro il 15 giugno 2024. Questo permetterà di accreditare il rimborso nella prima busta paga di giugno.
Una questione di tempistiche
Se i modelli 730 sono stati inviati entro la fine di maggio, i professionisti che si occupano di dichiarazione dei redditi e i Caf comunicheranno il risultato all’Agenzia dell’Entrate entro il 15 giugno. Queste saranno le prime ad essere liquidate (in caso in cui è previsto un rimborso IRPEF).
Invece tutte le altre dichiarazioni presentate entro il 20 giugno verranno comunicate entro a fine del mese corrente. Se invece si presenta la dichiarazione dei redditi fino al 15 luglio, verranno comunicate entro il 23. Per i ritardatari di agosto, la comunicazione arriverà a metà settembre, mentre coloro che scelgono di presentare il modello 730 entro il 30 settembre, vedranno l’eventuale accredito solo nella busta paga di novembre.