‘Oltre il danno pure la beffa’ | Nuova trovata dello Stato: italiani sull’orlo del precipizio solo per questo terribile errore
Sembra che lo Stato abbia sbagliato qualcosa: le conseguenze sono terribili per alcune categorie di lavoratori. Ecco quali sono.
L’Italia sta attraversando un periodo di forte crisi economica che porta i lavoratori ad essere in difficoltà per molte situazioni che si trovano ad affrontare- Come ben sappiamo, i lavoratori dipendenti hanno più agevolazioni e hanno la possibilità di avere uno stipendio fisso.
I liberi professionisti invece si trovano ad avere la Partita IVA per registrare i guadagni, ma questo significa anche doversi occupare delle tasse da pagare e rispettare tutte le scadenze previste. E come ogni anno, è arrivato il fatidico periodo in cui bisogna dedicarsi alla dichiarazione dei redditi.
Il problema arriva però per coloro che hanno la partita IVA a regime forfettario. Coloro che la possiedono sono ben consapevoli che la dichiarazione dei redditi non porterà a nessuna detrazione fiscale. La legge ha stabilito un forfait, che sta alla base del metodo di calcolo per i lavoratori di questa categoria.
La deduzione fissa è stabilita dal proprio codice ATECO, ovvero dall’attività svolta, e in questo caso non si può detrarre nulla soprattutto perché si tratta già di una tassazione agevolata. Eppure c’è qualcosa che si può fare per ovviare a questa situazione.
Cosa detrarre con il forfettario
Nonostante questo tipo di partita IVA possa essere conveniente da una parte ma poco conveniente dall’altra, è possibile comunque detrarre almeno una spesa. Stiamo parlando dei contributi previdenziali Inps. Il quadro da compilare sarà quello LM: in questo modo i contributi si dedurranno dal reddito, applicando quindi il coefficiente di redditività sull’ammontare dei compensi. I contributi previdenziali Inps appaiono con il calcolo delle somme relative all’acconto e al saldo.
Per non trovarsi con il rischio di dover versare soldi, bisognerà portare in compensazione anche gli importi versati in eccesso, abbassando la tassazione, compilando perciò il quadro LM al rigo LM35. E’ stata proprio l’Agenzia delle Entrate (interpello n. 400/2019) a stabilire che la rettifica e il recupero di questi importi non andranno in tassazione ordinaria nel riquadro RM, ma solo per i forfettari sarà assoggettato alla tassazione del 15%. Per coloro che hanno nuove attività invece è al 5%.
A quanto ammontano i contributi da versare
Quando parliamo di contributi purtroppo andiamo a toccare un tasto dolente per i forfettari. Infatti la percentuale da versare è pari al 26,23%, ma questo mette in difficoltà i lavoratori, in quanto i contributi si versano all’anno successivo alla fatturazione, e il forfettario potrebbe avere delle entrare altalenanti e trovarsi in difficoltà economica.
Per esempio, freelance che che sceglie di aprire la partita Iva oggi stesso, sarà tenuto a versare i primi contributi a giugno 2025. Non solo il libero professionista dovrà trovare i fondi per dar vita alla sua attività e mantenerla attiva, ma dovrà anche lavorare sodo per fatturare, trovare nuovi clienti, pagare le spese e mettere da parte la quota da destinare all’Inps. A prescindere dalle entrate, i contributi previdenziali restano sempre uguali.